lunedì 31 marzo 2014

La maschera di Innsmouth 1: anatomia di un racconto illustrato.


Studiare Grafica con una specializzazione in editoria in Italia, ai tempi della crisi strutturale - che investe prima di tutto campi come la scolarizzazione, la cultura, la cognizione di se stessi prima ancora che la conseguente area finanziaria ed economica - è un azzardo non da poco.

Con questa premessa partiamo nell'analisi del lavoro di tesi per il Biennio Specialistico appena concluso: una versione illustrata de "La Maschera di Innsmouth" di H. P. Lovecraft, racconto del 1926, seminale per la nascita e il consolidamento dei Miti di Cthulhu.

Questi sono ormai divenuti un prodotto narrativo di culto per intere generazioni ed hanno ispirato creativi di ogni genere nell'ambito del cinema, della musica e del fumetto. I Miti vedono autorialità come quella del creatore di Conan, Robert E. Howard  e persino J. R. R. Tolkien contribuire al mosaico orrorifico.

A Lovecraft si deve la creazione di un universo narrativo ben strutturato individuando nel lato irrazionale della psiche umana l'aspetto seminale e scatenante dell'orrore e la paura nel lettore.
Il fascino seducente di grandi città scomparse, divinità aliene e fuori da ogni concetto di empatia con la razza umana descrivono un tetro affresco sul futuro dell'umanità, destinata a servire i Grandi Antichi con l'avvento degli "strani eoni".

Sempre meglio che guardare Mediaset, dico io…

Così apriamo la prima rubrica di questo Blog che ci porterà nel ventre della grafica editoriale, cercando di motivare e offrire un punto di vista progettuale sulle scelte di illustrazione e interfaccia realizzate nel corso della realizzazione della Tesi di Diploma Accademico di 2° Livello presso il Corso di Grafica dell'Accademia di Belle Arti di Lecce.


Bene, abbiamo detto tutto: non resta che spegnere le luci e godervi la versione Flipbook del volume.
Attendo vostre domande, richieste e commenti in merito.


Enrico.

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